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Come autorizzare la gestione delle pagine aziendali di Facebook e Instagram

Le pagine Facebook e i profili Instagram aziendali sono un mezzo per prendersi cura dei propri clienti e trovarne di nuovi.

Affinché funzionino però bisogna pubblicare contenuti, rispondere a eventuali commenti e messaggi. Dagli insight delle pagine si possono scoprire quali post piacciono di più alle persone in modo da prendere decisioni consapevoli su quali contenuti sono più efficaci per la pagina, consolidando il pubblico e facendo in modo che un numero sempre maggiore di persone interagisca con l’azienda.

La gestione richiede tempo quindi in alternativa si può decidere di affidarla a dei professionisti che si occuperanno di eseguire al meglio tutte queste attività.

Per autorizzare e concedere la gestione bisognerà prima di tutto assicurarsi di avere l’accesso e il controllo completo sulle attività della pagina in questione. Solo in questo modo si potranno aggiungere, modificare o rimuovere persone.

A questo punto si dovrà:

  1. Accedere a Facebook, quindi cliccare sull’immagine del profilo in alto a destra;
  2. Cliccare su “Vedi tutti i profili” e selezionare la pagina in questione;
  3. Dal menù di sinistra selezionare “Impostazioni” > “Nuova esperienza delle pagine”;
  4. In corrispondenza di “Persone con l’accesso a Facebook” cliccare “Aggiungi”, digitando nella barra di ricerca il nome o l’indirizzo e-mail della persona alla quale concedere la gestione.

Si potrà scegliere di concedere il controllo completo o parziale. 

La gestione potrà avvenire direttamente sulle piattaforme o utilizzando altri strumenti di gestione, come Meta Business Suite, Creator Studio, Gestione inserzioni o Business Manager.

Terminata la procedura la persona riceverà un’e-mail per accettare l’invito ad accedere alla pagina.

Come approvare una richiesta di controllo

Anche per approvare richieste di gestione relative alle tue pagine aziendali è necessario essere il titolare delle pagine e averne il controllo completo.

  1. Dopo aver fatto l’accesso a Facebook e aver aperto la pagina bisognerà selezionare dal menù a sinistra “Impostazioni della pagina” > “Ruoli della pagina”;
  2. La richiesta si troverà in “Richiesta di collaborazione o richieste di controllo”;
  3. Selezionando “Rispondi alla richiesta” > “Garantisci a (nome del business manager) l’accesso alla mia Pagina”, se si tratta di una richiesta di collaborazione, o “Trasferisci il controllo della mia pagina” se si tratta di una richiesta di controllo.

In alternativa si può approvare una richiesta di controllo dal Business Manager.

  1. Una volta fatto l’accesso al Business Manager, dal menù di sinistra bisognerà selezionare “Impostazioni di business manager” e cliccare su richieste;
  2. Cliccando sulla tab “Ricevute” si visualizzeranno le aziende che hanno richiesto l’accesso alla pagina;
  3. Cliccando su “Approva” si acconsentirà l’accesso alla pagina e l’autorizzazione alla gestione.

Richiedere l’accesso a una pagina da un Account Business

Se si è possessori di un account business e si vuole richiedere l’accesso ad una pagina per la gestione si dovrà:

  1. Accedere alle impostazioni business;
  2. In “Account”, cliccare su “Pagine”;
  3. Cliccare sul pulsante blu con menù e discesa “Aggiungi”;
  4. Selezionare “Richiedi l’accesso a una pagina”, inserendo il nome o l’URL della pagina in questione.
  5. Dopo aver selezionato le autorizzazioni di cui si ha bisogno cliccare su “Richiedi accesso”.

L’amministratore della pagina o la persona che ha il controllo completo riceverà la richiesta. Una volta accettata la pagina verrà visualizzata nell’account business.

Da oggi tutti possono avere il verificato (spunta blu) su Instagram e Facebook

“Un bundle di abbonamento che ti aiuterà a consolidare la tua presenza su Instagram e Facebook”. È cosi che Meta descrive Meta Verified, un pacchetto a pagamento che offre:

  • La verifica dell’identità dell’utente tramite un documento ufficiale;
  • La protezione dell’account, tutelandolo da furti di identità attraverso un monitoraggio proattivo;
  • L’accesso all’assistenza diretta, che assicura un aiuto costante con possibilità di interagire e ricevere supporto per problemi relativi all’account;
  • Migliore visibilità e diffusione dei contenuti nelle funzioni di ricerca e fra i post e foto consigliate;
  • Funzioni esclusive per esprimersi.

La spunta blu non è altro che un segno grafico che contraddistingue un account verificato dagli altri, evidenziandolo tra i risultati di ricerca della piattaforma.

Nato come modo per combattere e limitare la diffusione di profili fake, un fenomeno ancora molto diffuso su tutte le piattaforme social esistenti, oggi è il modo per rafforzare l’identità dell’utente dal punto di vista ‘reputazionale’.

Per richiedere Meta Verified, o la cosiddetta “spunta blu”, sarà necessario che il profilo:

  • Appartenga ad un maggiorenne;
  • Sia completo in ogni suo aspetto, dalla foto profilo, alla biografia, contatti e uno storico di post pubblicati;
  • Sia di interesse pubblico, deve cioè essere ricercato di frequente all’interno della piattaforma;
  • Sia unico e veritiero, rappresentando in maniera univoca un personaggio pubblico o un’azienda.

L’invio della richiesta di verifica non assicura l’ottenimento della spunta, la decisione finale è a discrezione del team Meta. Potrebbe quindi essere necessario fare richiesta più volte prima di riceverla.

Il costo mensile del Meta Verified è di 13,99€ via web e 16,99€ via mobile (per dispositivi iOS e Android). Il prezzo è relativo ad una sola piattaforma, per averle entrambe bisognerà procedere all’acquisto di due abbonamenti separati.

Meta specifica che non ci saranno cambiamenti per gli account già verificati, che manterranno il loro badge verificato gratuitamente. Questo non li esclude dal richiederlo nuovamente, soprattutto perché l’azienda prevede di migliorare il servizio aggiungendo nuove funzioni e vantaggi che creino più valore per gli abbonati nel corso del tempo.

Già da tempo circolavano voci riguardo la possibilità che alcune funzioni in casa Meta diventassero a pagamento, alimentate dalla comparsa di tracce nel codice e nelle pagine di supporto dedicate agli utenti.

Twitter prima di Meta ha provato a puntare sul verificato, utilizzandolo come strumento per promuovere ed attrarre personaggi noti e allo stesso tempo trovare nuove voci in entrata per il bilancio della compagnia. Intento condiviso da Zuckerberg che ha visto crollare azioni e profitti Meta nell’ultimo trimestre del 2022, anche per via di investimenti rivelatosi azzardati, come quelli nel Metaverso.

Almeno per Meta però, la semplice idea di un badge verificato che chiunque può acquistare pagando una cifra mensile è giustificata dalla messa a disposizione di una serie di strumenti capaci di aumentare la visibilità degli account, aiutando i creator a rafforzare la propria presenza online.

Potremmo dire quindi che il piano di Meta di avvicina molto più a quello offerto da piattaforme come Linkedin, che tramite abbonamento premium consente di inviare messaggi diretti a tutti gli account (e non solo a quelli collegati, come nella versione free), e Youtube premium che da la possibilità di scaricare video e non avere pubblicità.

Nuova Zelanda e Australia sono stati i primi scelti per testare il nuovo piano in abbonamento, ora disponibile in tutto il mondo.

Metaverso: cos’è e quali sono le potenzialità?

Il metaverso, o forse dovremmo dire i metaversi visto che ne esistono tanti e da tanti anni, sono mondi vituali collegati al nostro e tra di loro, all’interno dei quali l’utente, sotto forma di avatar (una rappresentazione digitale di sé) partecipa a diverse esperienze, sia collettive che individuali.

Il concetto di metaverso è stato coniato dallo scrittore statunitense Neal Stephenson nel suo romanzo di fantascienza Snow Crash, nel 1992. Il metaverso viene descritto come una realtà virtuale, generata e condivisa su una rete mondiale in fibra ottica, in cui le persone si rifugiano per sfuggire al mondo reale in rovina. Gli avatar, che rappresentano gli utenti in questa realtà parallela, evolvono nel tempo e in base a questa evoluzione hanno la possibilità di accedere a eventi esclusivi e scalare delle vere e proprie classi sociali.

Questo stesso concetto è stato negli anni ripreso in molti romanzi, film e videogiochi, che ci permettono di avere delle raffigurazioni più o meno chiare, anzi, la vicinanza al mondo dei videogiochi ci permette di affermare che potenzialmente abbiamo tutti già fatto esperienza di un metaverso se abbiamo, almeno una volta nella vita, giocato a giochi come Second life, Minecraft o The Sims.

Lo stesso esempio ci da una panoramica dell’evoluzione del metaverso: in origine i videogiochi si svolgevano su uno schermo e avevano come obiettivo quello di battere un nemico, col tempo sono diventati piattaforme social e l’obiettivo si è spostato sul battere altri giocatori che si incontrano o anche semplicemente interagire.

A cambiare, con il tempo, è la raffinatezza di questi metaversi, che grazie all’evoluzione tecnologica permettono di creare esperienze sempre più immersive. Al momento l’esperienza più completa si vive attraverso dei visori ma esistono dei prototipi di tute che simulano nel mondo reale le sensazioni che si sentirebbero nel metaverso.

Il metaverso incontra Facebook

L’interesse sull’argomento è aumentato notevolmente dopo l’annuncio di Zuckerberg, dell’ottobre scorso, riguardo il cambio di nome della sua società in Meta.

Facebook aveva iniziato a porre le basi del suo metaverso già 2019 con il lancio di Facebook Horizon.

Nella presentazione Zuckerberg ha descritto la sua visione del futuro:

«Nel metaverso Facebook, si potrà fare quasi tutto l’immaginabile: vedersi con gli amici e la famiglia, lavorare, imparare, giocare, fare acquisti, creare, ma anche fare esperienze completamente nuove e non compatibili con il modo in cui oggi pensiamo a computer o cellulari».

Le parole di Zuckerberg hanno suscitato pareri contrastanti, inclusa l’impressione che il tipo di ambiente virtuale da lui descritto sia al momento una riproposizione di modelli dei videogiochi che abbiamo nominato poco fa, resi semplicemente più coinvolgenti e attuali dall’integrazione delle nuove tecnologie che restano ancora scarsamente diffuse e migliorabili.

Le applicazioni del metaverso

A riscuotere maggior successo sono stati eventi e esperienze digitali immersive organizzate da alcuni brand e aziende che hanno sfruttato questa opportunità per offrire presentazioni di prodotti in anteprima, shopping, viaggi virtuali e molto altro.

Un caso emblematico è quello di Nikeland, il mondo virtuale della Nike, che permette agli avatar di entrare in showroom digitali, un’esperienza che supera il mondo fisico nel quale bisognerebbe spostarsi verso il negozio ma anche l’ecommerce tradizionale dando all’utente la possibilità di indossare i capi.

Un altro progetto, tutto italiano, è Coderblock, nato con l’ambizione di offrire alle aziende veri e propri uffici virtuali per il lavoro da remoto, con la possibilità di creare convegni e fiere nelle quali vendere arte digitale, prodotti, servizi o semplicemente far conoscere il proprio marchio.

Per entrare nell’ottica del metaverso dobbiamo quindi immaginare la nostra routine quotidiana e declinarla in formato virtuale: riunioni, incontri, pranzi, sport, fitness, film, fiere, videogiochi, shopping, tutte attività che saranno convertite e rese disponibili nel nuovo ambiente.

Oggi il metaverso esiste in una forma che potremmo definire depotenziata visto che i metaversi in mercato sono singole opzioni che non dialogano tra loro, perdendo di fatto quel concetto di universalità che sta alla base del metaverso. Per capire meglio possiamo fare un paragone con internet: è come se ogni sito web fosse accessibile con un proprio software senza una rete unica che ci permetta di passare da un indirizzo ad un altro.

Controversie del metaverso

Anche se si tratta di una tecnologia ancora non totalmente sviluppata sono già emerse delle controversie legate al suo funzionamento.

La prima tra tutte è la questione legata alla sicurezza degli utenti. Internet e i social media si sono rivelati strumenti incredibili per mettere in contatto le persone e dare accesso a informazioni illimitate, ma hanno anche portato a diverse forme di dipendenza. Ci so domanda quindi come queste possano tramutare considerando la natura immersiva del multiverso.

La seconda problematica è legata alla privacy degli utenti. I dispositivi che dovrebbero permetterci di frequentare questi mondi sono indossabili perciò le aziende produttrici potrebbero raccogliere dati biometrici degli utenti che si andrebbero ad aggiungere ai dati sensibili che già sono raccolti dal web.

Ci si domanda infine chi gestirà il metaverso, che tipo di leggi si rispetteranno? Visto che si parla di trasposizione della realtà nel digitale cosa succederebbe se un avatar assalisse un altro? Si applicherebbero leggi penali? Come funzionerebbe la gestione dei crimini? Oggi è relativamente semplice per minacce verbali, insulti e diffamazione perseguibili in rete ma il discorso cambia per i crimini legati alla sfera “fisica” e non punibili senza una prova tangibile della violenza come potrebbe accadere nei mondi virtuali.