Esplorando MongoDB: Il Database NoSQL per l’era dei Big Data

Nell’epoca in cui i dati sono il motore trainante di molte attività, la scelta del database giusto diventa cruciale per il successo di un progetto. Tra le molte opzioni disponibili, MongoDB si distingue come uno dei principali database NoSQL, offrendo flessibilità, scalabilità e prestazioni eccezionali. In questo articolo, esploreremo le caratteristiche, i vantaggi e le applicazioni di MongoDB, e perché è una scelta popolare per molte aziende e sviluppatori.

Che cos’è MongoDB?

MongoDB è un database NoSQL, il che significa che si differenzia dai tradizionali database relazionali (come MySQL o PostgreSQL) nel modo in cui memorizza e organizza i dati. Utilizza un modello di dati flessibile basato su documenti JSON (JavaScript Object Notation), consentendo agli sviluppatori di memorizzare e interrogare dati di strutture complesse in modo efficiente.

Caratteristiche principali di MongoDB

  1. Documenti JSON: MongoDB memorizza i dati in documenti BSON (Binary JSON), che possono contenere dati strutturati, array e documenti nidificati, offrendo una maggiore flessibilità rispetto alle rigide tabelle dei database relazionali.
  2. Scalabilità orizzontale: MongoDB è progettato per scalare orizzontalmente in modo efficiente, consentendo di distribuire i dati su più nodi e gestire carichi di lavoro in continua crescita senza compromettere le prestazioni.
  3. Indicizzazione potente: Supporta una vasta gamma di indici, inclusi indici composti e geospaziali, per ottimizzare le query e migliorare le prestazioni delle interrogazioni.
  4. Aggregazioni avanzate: MongoDB offre un’ampia gamma di operazioni di aggregazione che consentono di elaborare e analizzare i dati direttamente nel database, riducendo la necessità di trasferire grandi quantità di dati lato client.
  5. Ripartizione dei dati automatica: Utilizzando la sharding, MongoDB distribuisce automaticamente i dati su più nodi, garantendo un’allocazione efficiente delle risorse e una maggiore disponibilità.

Applicazioni di MongoDB

MongoDB è ampiamente utilizzato in una varietà di settori e scenari applicativi, tra cui:

  • Applicazioni web e mobile: Grazie alla sua flessibilità e scalabilità, MongoDB è una scelta popolare per lo sviluppo di applicazioni web e mobile che gestiscono una grande quantità di dati.
  • Analisi dei Big Data: MongoDB è spesso utilizzato come parte di pipeline di dati per l’elaborazione e l’analisi dei Big Data, consentendo di memorizzare, elaborare e analizzare dati strutturati e non strutturati in un’unica piattaforma.
  • Gestione dei contenuti: Molte piattaforme di gestione dei contenuti (CMS) e sistemi di gestione dei contenuti aziendali (ECM) utilizzano MongoDB per la gestione e la distribuzione dei contenuti su larga scala.
  • Sistemi di gestione delle identità e delle sessioni: MongoDB è adatto per la memorizzazione e la gestione di grandi volumi di dati relativi alle identità degli utenti e alle sessioni di accesso.

Conclusioni

MongoDB continua a guadagnare popolarità come una potente soluzione di database NoSQL per le moderne applicazioni basate sui dati. Con la sua flessibilità, scalabilità e prestazioni eccezionali, è diventato una scelta chiave per molte aziende e sviluppatori che cercano di affrontare le sfide dei Big Data e di creare applicazioni scalabili e performanti. Se sei alla ricerca di un database che possa adattarsi alle esigenze in continua evoluzione del tuo progetto, MongoDB potrebbe essere la scelta giusta per te.

Come ottimizzare il database di WordPress

Il database di WordPress memorizza tutte le informazioni più importanti di un sito web. Nel tempo questo archivio di informazioni può riempirsi e di conseguenza rallentare il sito. È importante quindi fare manutenzione al fine di assicurare la migliore prestazione possibile.

Ci sono diversi metodi che si possono utilizzare per ottimizzare il database di WordPress, il primo su tutti è l’ottimizzazione manuale delle tabelle del database.

Questa procedura si avvale dello strumento PhpMyAdmin per accedere database WordPress del sito web, dando la possibilità di visualizzare, modificare ed eliminare tabelle.

È il metodo che conferisce il maggior controllo possibile sul processo di pulizia.

Prima di iniziare le modifiche è consigliabile eseguire il backup del database per assicurarsi di non perdere file importanti per errore.

Con la maggior parte dei provider di hosting si può accedere a PhpMyAdmin tramite cPanel.

Scorrendo fino alla sezione DATABASE e PhpMyAdmin si raggiunge il database del sito WordPress, nella parte inferiore dell’elenco bisognerà selezionare la casella SELEZIONA TUTTO > OTTIMIZZA TABELLA dal menu che appare. Al termine del processo si riceverà un messaggio di conferma.

Il secondo metodo per ottimizzare il database di WordPress è quello di affidarsi ad un plugin, una soluzione che facilita e riduce il lavoro, sollevandoci dall’incarico di cercare manualmente tra le tabelle con PhpMyAdmin.

Tra i plugin migliori c’è WP-Optimize che ottimizza il database tramite:

  • L’eliminazione dei dati non necessari come commenti spam e opzioni transitorie;
  • La compattazione e deframmentazione di tabelle di database;
  • La pulizia del database su base programmata o automatizzata;
  • La creazione di backup dei dati di pre-ottimizzazione;
  • La visualizzazione delle statistiche sulla pulizia del database.

Una volta istallato e attivato nella dashboard di WordPress, attraverso DATABASE si arriva alla pagina OTTIMIZZAZIONI, da dove si possono selezionare elementi specifici ed eseguire l’ottimizzazione. Stesso vale per la scheda TABELLE, che possiamo selezionare e rimuovere.

Questo strumento ci informerà su quali plugin sono utilizzati gli elementi selezionati in modo da sapere subito quali delle funzioni del sito saranno influenzate dalla modifica.

Infine dalla scheda IMPOSTAZIONI si possono pianificare le pulizie del database, scegliendo la frequenza e i dati che possono essere eliminati.

Nella procedura di pulizia capita di rimuovere immagini, commenti e contenuti non aggiornati, ma questi elementi non scompaiono immediatamente dal database, rimangono nel cestino del sito web per 30 giorni.

Se si eliminano regolarmente molti elementi il consiglio è quello di svuotare il cestino frequentemente.

In alternativa si può facilmente ridurre la durata di permanenza di questi elementi nel cestino del database, modificando il file wp-config-php con l’editor di testo, aggiungendo

Define(‘EMPTY_TRASH_DAYS’,X)

Sostituendo alla “X” il numero di giorni che vogliamo trascorrano prima che gli elementi vengano definitivamente rimossi dal database di WordPress.

Un terzo metodo di ottimizzazione è la rimozione delle revisioni dei post. Il database WordPress memorizza le revisioni di tutti gli articoli e pagine, una raccolta utile quando si vogliono ripristinare le versioni precedenti dei contenuti o tener traccia delle modifiche apportate.

Queste revisioni, però, possono occupare molto spazio, molti post e pagine ne contengono centinaia, per questo è bene considerare di limitare il numero di revisioni dei post che WordPress salva, assicurandosi che eventuali post o pagine non riempiano il database.

Per far ciò bisognerà aprire il file wp-config.php, e inserire il codice

define(‘WP_POST_REVISIONS’,X)

sostituendo alla X il numero di revisioni dei post che si desiderano salvare.

In alternativa si possono disabilitare completamente le revisioni dei post aggiungendo

define(‘WP_POST_REVISIONS’,false)

Va considerato però il rischio di commettere errori in futuro senza la possibilità di fare affidamento sulle revisioni.

Se, invece, si vogliono eliminare quelle che sono già nel database è possibile utilizzare un plugin come Optimize Database after Deleting Revisions, che consente di eliminare tutte le revisioni o mantenere un numero specifico, oltre a permettere di eseguire ulteriori tipi di pulizia del database come l’eliminazione di commenti spam e tag inutilizzati.

Proprio l’eliminazione di commenti spam e tag inutilizzati è un’altra modalità di ottimizzazione del database di WordPress.

I commenti spam sono messaggi lasciati sui post del blog con link che riconducono ad altri siti web o spam.

Se WordPress o uno dei plugin istallati sospetta che un commento sia spam contrassegnerà l’elemento per l’approvazione, archiviandolo in COMMENTI > SPAM nella dashboard.

Dopo trenta giorni questi verranno automaticamente cancellati ma nel frattempo occuperanno spazio nel database.

Si possono facilmente eliminare selezionandoli e facendo clic su SVUOTA SPAM, o aprendo PhpMyAdmin ed eseguendo il comando

DELETE FROM wp_comments WERE comment_approved = ‘spam’

I tag possono aiutare ad organizzare il contenuto di sito web, reindirizzando i visitatori del sito per trovare articoli correlati, facilitando la navigazione e l’esperienza utente complessiva (UX).

È possibile però che alcuni tag siano inutilizzati, se per esempio sono stati modificati nel tempo.

Questi occupano spazio non necessario nel database e potrebbe essere utile eliminarli.

Connettendoci al database con PhpMyAdmin, bisognerà eseguire il comando

SELECT *

FROM wp_terms wterms INNER JOIN wp_term_taxonomy wttax ON wterms.term_id = wttax.term_id

WHERE wttax.taxonomy =  ‘post_tag’ AND wttax.count =0;

sostituendo “wp_” con il prefisso corrispondente del database comparirà un elenco di tag ridondanti sul sito web, che si possono eliminare eseguendo il comando

DELETE FROM wp_terms WHERE term_id IN (SELECT term_id FROM wp_term_taxonomy WHERE count = 0 );

DELETE FROM wp_term_relationships WHERE term_taxonomy_id not IN (SELECT term_taxonomy_id FROM wp_term_taxonomy);

Un ultimo modo per ottimizzare il database di WordPress è eliminando pingback e trackback.

Quando il sito web include URL di altri siti questo invia una notifica automatica al server, chiamata pingback, che notifica al sito citato il link al contenuto.

Pingback e trackback sono utilizzati da alcuni utenti per inviare spam ai loro contenuti quindi si potrebbero avere migliaia di siti che collegati al proprio, occupando spazio non necessario nel database.

Si può decidere di disattivarli entrambi, attraverso IMPOSTAZIONI > DISCUSSIONE, disattivando le voci:

  • Tentare di notificare tutti i blog che hanno un link nell’articolo;
  • Permetti i link di notifica da altri blog (pingback e trackback) per i nuovi articoli.

Si possono eliminare i trackback e pingback esistenti accedendo al database tramite PhpMyAdmin ed eseguendo il comando

UPTADE wp_posta SET ping_status= “closed”;

Differenze tra database relazionali (SQL) e database non relazionali (NoSQL)

Qualunque sito web o app (salvo rarissime eccezioni) deve salvare i propri dati all’interno di un database, che sia esso relazionale o non relazionale.

Un database è semplicemente un contenitore di dati che può essere letto e aggiornato.

Per leggere i dati presenti sul database o per aggiungerli o modificarli, vengono utilizzate le query, che sono dei comandi che vanno a modificare il contenuto del database.

Esistono due tipi di database che sono i database relazionali (SQL) e i database non relazionali (NoSQL).

I database relazionali sono quelli più utilizzati e sono composti da un insieme di tabelle con una struttura predefinita.

Ad esempio se dovessimo creare un database con gli articoli di un negozio, dovremmo creare una tabella con le colonne: nome, descrizione, costo, prezzo, ecc. Possiamo immaginare quindi una tabella come un foglio excel, dove ogni colonna corrisponde ad un valore dell’articolo, mentre ogni riga corrisponde ad un articolo differente.

I database relazionali più famosi e più utilizzati sono MySQL e PostgreSQL.

Invece i database non relazionali non hanno una struttura predefinita, ma sono sostanzialmente una raccolta di documenti.

I database non relazionali più famosi e più utilizzati sono MongoDB e CouchDB.