Tutti parlano di ChatGPT: cos’è e come funziona?

Da diversi mesi tutti parlano ed utilizzano ChatGPT, ma che cos’è e come funziona? ChatGPT, acronimo di Generative Pretrained Trasformer, è un chatbot, ovvero un software progettato per fornire risposte, informazioni e assistenza all’utente in chat attraverso un linguaggio che potremmo definire naturale, colloquiale. Quest’ultima caratteristica è ciò che lo differenzia dagli altri chatbot.

Alla base del funzionamento di ChatGPT c’è l’intelligenza artificiale, non a caso si tratta di una creazione di OpenAi, organizzazione dedicata alla ricerca e lo sviluppo di quest’ultima.

Il modello è stato addestrato utilizzando una grande quantità e varietà di testi (tra cui articoli di giornale, libri, documenti, contenuti web…) e perfezionato attraverso:

  • un processo di apprendimento supervisionato che prevedeva degli istruttori impegnati nella simulazione di conversazioni interpretando entrambe le parti, l’utente e il chatbot;
  • un processo di apprendimento per rinforzo che incoraggiava le azioni corrette permettendo al sistema di perfezionarsi.

Il database su cui è stato addestrato il sistema è fermo al 2021 e non ha accesso a internet per trovare informazioni aggiornate ma continua a migliorare la sua capacità di interazione grazie agli scambi con gli utenti.

Come si può provare ChatGPT?

Per utilizzare ChatGPT basta collegarsi al sito web ufficiale del servizio e creare il proprio account. Il software è gratuito nel suo piano base ma è anche previsto un piano a pagamento che, per un costo di 20€ mensili, garantisce dei vantaggi tra cui l’accesso al tool anche quando la domanda è alta, l’utilizzo anticipato di nuove funzioni e risposte più rapide.

Compilati i campi ci ritroviamo davanti la nostra chat e potremmo procedere digitando la nostra richiesta nello spazio predisposto nella parte inferiore della pagina. Nel caso di richieste semplici la risposta dell’algoritmo è immediata, mentre per richieste più articolate bisognerà attendere qualche minuto.

Quali sono le applicazioni pratiche?

ChatGPT è molto utile per avere informazioni in modo diretto, ancora di più rispetto a un motore di ricerca, ma l’approccio aperto che lo caratterizza e che gli consente di fornire risposte sempre nuove all’input dell’utente lo rendono particolarmente adatto nei casi di richieste con un alto grado di originalità o creatività. Alcune delle applicazioni più comuni sono:

  •  Scrittura creativa, con la generazione di testi, applicabile per la descrizione di prodotti, per la creazione di articoli di giornale, post per i social, email, report, etc;
  • Assistenza automatizzata, l’algoritmo è in grado di generare risposte automatiche perfette per fornire assistenza (pensiamo ai servizi clienti o agli assistenti personali virtuali);
  • Riepilogo automatico, la capacità di apprendimento e comprensione del testo fa si che sia in grado di riassumere lunghi documenti o testi;
  • Traduzione automatica, da un testo di partenza a molteplici lingue;
  • Generazione di codice in diversi linguaggi di programmazione.

ChatGPT bloccato in Italia

Lo scorso 20 marzo ChatGPT è stato oggetto di una perdita di dati riguardanti le conversazioni degli utenti e le informazioni relative al pagamento degli abbonati al servizio. Questo ha fatto si che si accendessero i riflettori sulla gestione di questi stessi dati.

Il garante della protezione dei dati personali ha disposto una limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti della società che gestisce la piattaforma, sottolineando la mancanza di un’informativa agli utenti sulla raccolta e conservazione dei dati allo scopo di addestrare gli algoritmi alla base funzionamento della piattaforma e l’assenza di filtri per la verifica dell’età degli utenti (il servizio è rivolto ai maggiori di 13 anni e si rischia di esporre i minori a risposte non idonee al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza).

In risposta, la società ha sospeso ChatGPT in Italia annunciando successivamente un’importante modifica che riguarda la possibilità di disattivare la cronologia delle chat tramite le impostazioni. Nel caso in cui questo avvenga le conversazioni non saranno utilizzate per addestrare e migliorare il modello alla base del software.

“Quando la cronologia della chat è disabilitata – si legge sul comunicato dell’azienda di San Francisco – conserveremo le nuove conversazioni per 30 giorni e le esamineremo solo quando necessario per monitorare eventuali abusi, prima di eliminarle definitivamente”.

Sino a oggi gli utenti potevano chiedere la cancellazione della cronologia delle chat, ma le conversazioni restavano a disposizione di OpenAI per il miglioramento della sua tecnologia.